Splendente Di Gloria

CAPITOLO 5°

Domande relative alle due alleanze

Queste due alleanze mi hanno sempre confuso. Qual è la differenza fra la vecchia e la nuova alleanza?

Questo concetto fu un elemento chiave, nonchè controverso del messaggio. Per esprimerlo in parole semplici, l’essenza della concezione di Jones e Waggoner, così diversa da quella degli altri fratelli, consisteva in questo:

La nuova alleanza è la stessa cosa che l’“alleanza eterna"; essa consiste nella promessa di Dio di salvarci, e non nella nostra promessa di obbedirGli. Il Signore fece questa promessa ad Abramo ed ai suoi discendenti in Genesi 12:1-3; 13:14-17; 15:5; 22:16-18.

La promessa comprendeva: (a) la terra come possedimento eterno, (b) la vita eterna di cui essi avrebbero fruito e (c) la giustificazione per fede con tutte le sue benedizioni pertinenti. In breve, Dio promise virtualmente ad Abramo il cielo. Come risposta Abramo non fece altro che “credere.” Il Signore non richiese niente da lui, e “gli contò questo (il suo atto di fede) come giustizia” (Gen. 15:6). Questa è la semplice descrizione della nuova alleanza.

La vecchia alleanza rappresenta un regresso rispetto a quanto sopra descritto. Quattrocentotrenta anni dopo la promessa fatta ad Abramo, i suoi discendenti in cammino verso la terra promessa si trovavano riuniti presso il monte Sinai. Il Signore, tramite Mosè, rinnovò loro la promessa. Tuttavia, essi non ebbero la fede di Abramo. Invece di rispondere come aveva risposto Abramo, essi dimostrarono orgoglio e sufficienza, facendo questa promessa vanitosa: “Noi faremo tutto quello che l’Eterno ha detto” (Esodo 19:8). Questa promessa del popolo costituisce la semplice descrizione della vecchia alleanza.

Il Signore non poteva abbandonare il Suo popolo al monte Sinai. Siccome essi non erano capaci di tenere il passo con Lui, Egli dovette tenere il passo con loro. Allora nel capitolo seguente di Esodo, Egli discese sul monte Sinai con tuoni, fulmini, un terremoto e con il fuoco, e quindi proferì i dieci comandamenti, che scrisse su tavole di pietra. Poi Egli istituì l’intero rituale levitico.

Siccome Abramo aveva “creduto,” il Signore non dovette fare per lui tutto questo; Egli scrisse invece la legge nel suo cuore. Nondimeno, il Signore conservò un atteggiamento benevolo verso gli Israeliti infedeli: “…la legge è stata il nostro pedagogo per condurci a Cristo, affinché fossimo giustificati per fede” (Galati 3:24). Secondo il discernimento brillante di Paolo, la lunga diversione che durò dei secoli, fu necessaria per portare il popolo alla fede che Abramo aveva professato in origine.

In breve, la concezione del 1888 sulle due alleanze in che cosa differisce dalla concezione che viene comunemente professata oggi?

La concezione comune è che la vecchia e la nuova alleanza rappresentino nel piano di Dio due dispensazioni. La vecchia alleanza doveva essere valida fino al tempo di Cristo, allorquando sarebbe entrata in vigore la nuova alleanza.

Ma i messaggeri del 1888 riconobbero una verità più profonda: le due alleanze non hanno niente a che fare col tempo, ma con le situazioni diverse. Nel Vecchio Testamento ci furono degli uomini che vissero sotto la nuova alleanza, poiché essi avevano fede in Cristo, così come Abramo; oggi ci sono dei cristiani che vivono sotto la vecchia alleanza, poiché non praticano la fede di Abramo.

Dove possiamo trovare una presentazione chiara della concezione del 1888 sulle due alleanze?

Nei capitoli 3° e 4° del libro The Glad Tidings, di E. J. Waggoner (Pacific Press, 1900; ristampato 1972). La concezione di Ellen White in Patriarchs and Prophets, capitolo 32, sostiene la concezione di Waggoner. Anche in Grace on Trial (edizione italiana: La Grazia Messa alla Prova: vedi in appendice la lista dei libri disponibili), pure del quale sono autore, troviamo un capitolo che presenta la medesima concezione.

Ellen White ha fatto dei commenti sul libro The Glad Tidings, di E. J. Waggoner?

Noi non sappiamo se Ellen White abbia mai detto qualcosa sul libro The Glad Tidings (commentario di Galati versetto per versetto); ma, dodici anni dopo, essa fece molti commenti entusiasti sugli studi di Waggoner su Galati. La concezione di Waggoner, relativamente alla giustificazione per fede in Galati e alle due alleanze, non cambiarono durante quei dodici anni.

Il Dr. L. E. Froom ci dice che la vedova di Waggoner aveva stenografato i suoi discorsi a Minneapolis e li aveva trascritti e quindi pubblicati in articoli apparsi su Signs of the Times del 1889, in Christ and His Righteousness (1890) e in The Glad Tidings (1900); (vedere Movement of Destiny, pp. 189-201).

Quali sono i commenti che Ellen White fece specificamente sulla concezione del 1888 riguardo alle due alleanze?

Ellen White, come dicevo, sostenne fermamente la concezione di Waggoner sulle due alleanze, vediamo in proposito uno stralcio di una lettera inviata ad Uriah Smith, sempre in quel periodo:

Sono molto contenta di apprendere che il Professor Prescott sta esponendo agli studenti partecipanti alle sue lezioni, gli stessi insegnamenti presentati dal fratello E. J. Waggoner. Egli presenta le alleanze. John pensa che il soggetto sia presentato in modo chiaro e convincente.

Siccome sabato scorso ho dichiarato che la concezione sulle alleanze che è stata insegnata dal fratello Waggoner era giusta, pare che nello spirito di molti sia arrivato un gran sollievo.

Sono portata a pensare che il fratello Prescott riceverà questa testimonianza, benché non fosse presente quando feci questa dichiarazione. Io avevo giudicato che fosse il momento di prendere posizione, e sono felice che il Signore mi abbia spronato a rendere pubblica questa testimonianza (Lettera 30, 1890).

Due notti fa il Signore ha dischiuso alla mia mente molte cose. Mi è stato chiaramente rivelato quale effetto ebbe la vostra influenza, quale fu l’effetto che ebbe a Minneapolis….

Voi avete fortificato le mani e gli spiriti di diversi fratelli, quali Larson, Porter, Dan Jones, Eldridge, Morrison e Nicola, e di un altro vasto numero di fratelli. Tutte queste persone vi citano, e il nemico della giustizia contempla soddisfatto….

Con la vostra influenza voi state facendo quel che hanno fatto altri prima di voi, chiudendo la porta della vostra anima, in modo tale che se Dio avesse inviato luce dal cielo, nessun raggio sarebbe penetrato nella vostra anima, perché avete chiuso la porta in modo che essa non potesse penetrarvi….

Non affaticatevi tanto a compiere proprio l’opera che sta facendo Satana. Tale fu il lavoro compiuto a Minneapolis. Satana ha trionfato. Tale fu il lavoro compiuto anche qui [Battle Creek].

Due notti fa mi è stato mostrato che le indicazioni relative alle alleanze erano chiare e convincenti, Lei stesso, Dan Hones, il fratello Porter ed altri stanno usando le proprie capacità investigative esclusivamente per produrre una posizione riguardo alle alleanze che sia diversa dalla posizione che è stata presentata dal fratello Waggoner. Quando lei ricevette la vera luce che risplendette a Minneapolis, non avrebbe dovuto imitare o adottare lo stesso modello di falsa interpretazione delle Scritture [sic] che fu proprio degli Ebrei…. Essi manipolarono quei concetti in modo da trasformarli in uno strumento che serve ad ottenebrare e a confondere la mente.

La questione delle alleanze è un soggetto chiaro, che sarebbe stato ricevuto da ogni mente sincera e priva di preconcetti, ma io sono stata condotta là dove il Signore mi ha fornito la luce relativamente a questo soggetto. Lei si è allontanato dalla luce nitida e incontaminata perché temeva che avrebbe dovuto essere accettata la questione relativa alla legge in Galati (Lettera a Uriah Smith, 59, 1890).

Perché il Commentario Biblico e il Dizionario Biblico degli Avventisti del Settimo Giorno seguono la concezione di coloro che un secolo fa si opposero al messaggio del 1888?

Alcuni degli editori erano stati sinceramente disinformati riguardo al punto di vista che è stato sostenuto da Ellen White. Vi sono inoltre indicazioni secondo cui, alcuni di essi, si sono decisamente opposti al punto di vista del 1888.

Il seguente commento di Ellen White differisce dal punto di vista sulle due alleanze espresso da E. J. Waggoner in The Glad Tidings (pp. 71-87)?

Questa è la promessa che deve fare il popolo di Dio in questi ultimi giorni. La loro accettazione da parte di Dio dipende da un adempimento fedele dei termini del loro accordo con Lui. Dio include nella Sua alleanza tutti coloro che Gli obbediscono (Bible Commentary, vol. 1, p. 1103; Review and Herald, 23 giugno 1904).

Alcuni credono che ciò sia in disaccordo con la presentazione di Waggoner. Sembra che essa insegni e confermi la vecchia alleanza di “obbedisci e vivi,” che Paolo vede come un errore che “genera per la schiavitù” (Galati 4:24). Sembra che essa confermi il punto di vista dei fratelli che hanno rigettato il punto di vista di Waggoner sul messaggio della nuova alleanza, come il citato Uriah Smith, Dan T. Jones, G. I. Butler, R. C. Porter R. M. Kilgore e altri (vedere 1888 Re-examined, pp. 45-49). Così sembra. Tuttavia, il suo punto di vista espresso in Patriarchs and Prophets, conferma chiaramente Waggoner.

Anche alcune sue dichiarazioni sulla natura di Cristo sembrano essere superficialmente contraddittorie e sembrano confermare l'opinione popolare secondo cui Cristo assunse solamente la natura senza peccato di Adamo prima della caduta. Ma se noi le studiamo attentamente nel loro contesto, vedremo come queste dichiarazioni apparentemente contraddittorie non lo siano.

Vi sono altre sue dichiarazioni sulle due alleanze che sono chiare come la luce del sole e non possono essere né mal interpretate né mal comprese. La dichiarazione introduttiva alla risposta che sto dando ora, diventa chiara leggendola attentamente nel contesto. Può Ellen White contraddire quel che aveva scritto 14 anni prima? Se essa lo facesse, difficilmente potrebbe pretendere che i suoi scritti siano credibili.

Il suo testo più chiaro sulle due alleanze lo troviamo in Patriarchs and Prophets, pp. 370-373, dove la sua posizione è pienamente in armonia con quella di Waggoner. Quindi, con tre dichiarazioni chiaramente inequivocabili che sostengono il punto di vista di Waggoner, come dobbiamo noi capire la dichiarazione del 1904 che sembra contraddirlo?

  1. Notate il contesto della dichiarazione del 1904. Quando il Signore dice, in Isaia 56:4, “la Mia alleanza,” Egli si riferisce chiaramente all’alleanza che fece con Abramo: la “nuova alleanza.” Quando Dio stipula un’alleanza, si tratta sempre di una promessa; e questa è sempre unilaterale. Egli non ci chiede mai di contraccambiare con una nostra promessa, poiché Egli sa che non possiamo mantenerle. Noi non possiamo trattare con Dio in termini di uguaglianza, sullo stesso piano. Ellen White continua dicendo: “Questa è l’alleanza di cui si parla nel testo che segue” (Esodo 19:1-8). Essa si riferisce all’alleanza del Signore, non alla promessa del popolo.

“Voi avete veduto quello che ho fatto agli Egiziani, e come io v'ho portato sopra ali d'aquila e v'ho menato a me. Or dunque, se ubbidite davvero alla mia voce” - in verità e sincerità - “e osservate il mio patto…”

  1. L’unica alleanza (o patto) di cui parla qui il Signore si riferisce alla Sua alleanza, alla Sua promessa fatta ad Abramo. È chiaro quindi che il Signore proponeva di rinnovare la Sua alleanza o giustificazione per fede col popolo al monte Sinai, e non di istituire una nuova alleanza fatta di legalismo.
  2. La parola greca shamea che viene usata qui per “ubbidire” significa “ascoltare,” “udire,” “sentire” (per avere una conferma, potete consultare qualsiasi vocabolario). La parola che viene utilizzata per “osservare” è non a caso attinente (shamar). Non è la parola consueta per “obbedire” o “fare.” La sua radice significa “fare attenzione di,” “avere cura di” o “prendere piacere a fare.” Per esempio, Adamo doveva “lavorare e custodire” (shamar) il giardino d’Eden (Gen. 2:15). Non si poteva dire ad Adamo di “obbedire al giardino” o di “fare il giardino,” ma di averne cura. La parola shamar denota l’idea meravigliosa di apprezzamento.
  3. Quindi è questo ciò che il Signore disse ad Israele: “Ora quindi, se voi ascoltate veramente la Mia voce in verità, serietà e sincerità, ed amate od apprezzate l’alleanza che io feci col vostro padre Abramo…,”accadranno tutte queste belle cose e voi sarete un “regno di sacerdoti,” ecc. Tutti i veri discendenti di Abramo dovevano possedere la sua fede profonda. Il Signore non ha mai avuto in animo che essi istituissero un programma di salvezza mediante le opere. E così, pure Ellen White non avrebbe osato cambiare un testo che si riferisce alla giustificazione per fede con un altro che si riferisce al legalismo.
  4. Il suo impiego della parola “promessa” deve quindi significare “impegno,” “dedicazione leale.” In altre parole, Dio desiderava dal popolo la stessa risposta che diede Abramo, una scelta di credere al Signore e di cooperare con Lui. Ed Abramo non fece alcuna vana promessa, come invece fece Israele 430 anni dopo. Egli diede il suo cuore al Signore, esercitando la fede nel Salvatore che sarebbe venuto. Una scelta volta a credere e di servire di cuore, questo è quel che Ellen White vuol dire con la parola “promessa.”
  5. Il contesto di Ellen White nel suo articolo del 1904 è chiaro: “Cristo esorta i membri della Sua Chiesa ad amare, ad apprezzare la vera, autentica speranza del vangelo.” Notate l’uso istintivo che essa fa del concetto ebraico di shamea: la parola “amare,” “apprezzare” che troviamo in Esodo 19.

È impensabile che il profeta ispirato debba contraddire quel che aveva detto in Steps to Crist (La Via Migliore), p. 47, dove essa parla della tragica conseguenza del vivere sotto la vecchia alleanza, facendo a Dio delle promesse che Egli non ha mai richiesto, promesse che ci conducono in schiavitù:

Le vostre promesse e le vostre decisioni sono come corde di sabbia. Voi non potete controllare i vostri pensieri, i vostri impulsi, i vostri affetti. La consapevolezza delle vostre promesse infrante e dei vostri voti rinunciati, indebolisce la fiducia nella vostra propria sincerità e vi fa pensare che Dio non vi possa accettare; ma voi non dovete disperare.

È vero che l’agape è un elemento prominente del messaggio del 1888? Oppure si tratta di in argomento che è stato aggiunto oggi da alcuni fanatici?

Waggoner parla così dell’agape:

“Il fine del comandamento è dunque una carità che esce da un cuore puro, una carità in buona coscienza, una carità di fede sincera.” La parola che viene qui espressa con “carità” è spesso tradotta con “amore,” ed è così che è tradotta in questo passaggio nella New Version [R. V.] della Bibbia. Leggiamo in 1 Giovanni 5:3: “Questo è l'amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti”; e Paolo stesso dice che “l’amore, quindi, è l’adempimento della legge” (Rom. 13:10). In entrambi questi testi è usata la stessa parola (agape) che troviamo in 1 Timoteo 1:5….

Dio imputa ai credenti la giustizia di Cristo, che fu fatto divenire in sembianza di carne di peccato affinché “la giustizia della legge” potesse essere adempiuta nella vostra vita. E così Cristo è il fine della legge. (Bible Echo, 15 febbraio 1892; Lessons on Faith, pp. 69-71).

Quale gloria si trova nella croce! Tutta la gloria del cielo è presente in questo oggetto disprezzato. Non nell’immagine della croce, ma nella croce stessa….

“Ovunque io vada, enuncerò la storia

della croce, della croce;

In nessun’altra cosa si glorierà la mia anima,

Se non nella croce, se non nella croce;

E questo sarà il mio tema costante,

Attraverso il tempo e l’eternità,

Che il Signore ha gustato la morte per me

Sulla croce, sulla croce.”

(The Glad Tidings, pp. 143, 144)

Scrivendo sotto l’influsso della benedizione speciale del messaggio del 1888, Ellen White disse:

Dopo la Conferenza Generale del 1888, Satana ha lavorato con una potenza particolare, attraverso delle persone non consacrate, per indebolire la fiducia del popolo nella voce che gli si è rilevata in quel periodo. …

C’è una verità centrale che deve essere sempre tenuta presente alla mente…. Cristo e Lui crocifisso…. L’anima paralizzata dal peccato può essere provvista di vita solamente attraverso l’opera adempiuta sulla croce dall’Artefice della nostra salvezza. L’amore di Cristo costringe l’uomo ad unirsi a Lui nelle Sue fatiche e nel Suo sacrificio. La rivelazione dell’amore divino risveglia in noi un sentimento del nostro obbligo trascurato di essere portatori della luce nel mondo, e suscita in noi uno spirito missionario. Questa verità illumina la mente e santifica l’anima. Essa bandirà l’incredulità e incoraggerà la fede. Questa è la suprema verità che deve essere costantemente presente nella mente dell’uomo. Tuttavia, quanto flebilmente è compreso l’amore di Dio; e nell’insegnamento della parola, tale amore non esercita che una pallida impressione (MS. 31, 1890: Ellen G. White 1888 Materials, pp. 805, 806).

◊◊◊

 

CAPITOLO 6° | SOMMARIO